Cervus elaphus

LA SPECIE
Il cervo rosso o nobile è l’ungulato più grande presente non solo sulle Piccole Dolomiti, ma anche in Italia: può raggiungere una lunghezza di 160-250 cm, un’altezza al garrese di 100-150 cm e un peso di 90-200 kg. La femmina è notevolmente più piccola del maschio, circa la metà, ma le forme permangono possenti: il garrese più alto della groppa e gli arti slanciati ne fanno un ottimo corridore. Il mantello subisce delle variazioni nel corso dell’anno che coinvolgono sia la tonalità che la qualità del pelo: corto e bruno-rossastro in primavera-estate; fitto, lungo e grigio bruno in autunno-inverno. I piccoli, fino al 6° mese circa, assumono un manto di colore rossiccio pomellato di bianco sul dorso. I palchi sono presenti solo nei maschi e vengono rinnovati ogni anno: in febbraio-marzo si ha la caduta del trofeo che si riformerà nel corso dell’estate per ripresentarsi, poi, completo e privo di velluto, in agosto. In esemplari ben sviluppati i palchi possono raggiungere i 100-130 cm di lunghezza e il maschio adulto presenta solitamente un trofeo a 12 punte che corrisponde grossomodo ad un’età di 6-8 anni. Altra caratteristica del maschio in età matura è la presenza della criniera e della giogaia.

SCOMPARSA E RITORNO
Anche questa specie, come gli altri ungulati, ha risentito della pressione antropica a partire dal XVII secolo fino al secondo dopoguerra. Tuttavia, a partire dagli anni ’50, le immigrazioni di individui di popolazioni svizzere, slovene e austriache portarono questo animale alla ricolonizzazione delle Alpi cento-orientali. Sulle Piccole Dolomiti, in particolare, la ricolonizzazione è stata sostenuta da operazioni di reintroduzione, grazie alle quali, oggi, il cervo è presente stabilmente nella zona collinare di Recoaro Terme. É possibile incontrarlo anche a quote più elevate, specie a Campogrosso, dove sporadicamente qualche animale “trentino” varca i confini.

ECOLOGIA
L’habitat del cervo è costituito da vaste foreste, meglio se miste, intervallate da ampie radure e con scarso sottobosco in maniera tale da consentire rapidi spostamenti senza che vengano intralciati i movimenti.


ALIMENTAZIONE
Il cervo, rigorosamente erbivoro, è in grado di variare, e quindi ottimizzare con estrema efficacia, le capacità digestive in relazione alle disponibilità alimentari stagionali. Non è particolarmente esigente dal punto di vista alimentare, ma orienta comunque la propria scelta verso una dieta basata soprattutto su elementi erbacei (60%) e apici vegetativi, rami, foglie e cortecce (40%), cercando il giusto compromesso tra le specie vegetali più nutrienti e l’effettiva disponibilità. La neve, ove presente, limita parecchio la scelta alimentare che generalmente si riduce a corteccia e fronde di conifere.

RIPRODUZIONE
In settembre – ottobre, nel periodo degli amori quindi, i maschi entrano a far parte del branco e, irrequieti, iniziano a bramire. L’intensità di questo verso dipende dalla mole dell’animale e dalle sue condizioni fisiche: chi riuscirà ad intimorire con questi “scontri vocali” gli altri cervi riuscirà, poi, a riprodursi. Il verso è molto suggestivo ed è possibile udirlo anche a grandi distanze.
Dopo 9 mesi le femmine si isolano nel bosco e partoriscono in genere un solo piccolo che, durante le prime due settimane di vita, rimane nascosto attendendo che la madre si rechi ad allattarlo. Allattamento che, complessivamente, durerà 3-4 mesi.

COMPORTAMENTO
A parte qualche breve spostamento quotidiano, per disturbo o per necessità alimentari, il cervo è un animale sedentario con abitudini prevalentemente crepuscolari – notturne. Noti, inoltre, sono gli spostamenti stagionali dai quartieri estivi a quelli invernali che permettono di seguire le fasi fenologiche delle specie vegetali di interesse pabulare.

SEGNI DI PRESENZA
Le impronte del cervo sono di dimensioni ragguardevoli: lo zoccolo anteriore misura 8-9 cm di lunghezza e 6-7 di larghezza per cui è improbabile che vengano confuse con quelle degli altri ungulati presenti in zona. Fate attenzione, eventualmente, alle impronte di cinghiale: le dimensioni possono essere le medesime, ma, in quest’ultimo caso, vi saranno certamente anche i segni lasciati dagli speroni posteriori che il cervo lascia solamente in presenza di pendii ripidi o neve alta.
Altri indici di presenza riconducibili a questo ungulato sono i cosiddetti “fregoni”: asportazioni di corteccia dovuti, specie in luglio, allo sfregamento dei palchi ancora ricoperti di velluto sul tronco degli alberi.


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