IL GALLO CEDRONE
Tetrao urogallus – Linnaeus 1758

LA SPECIE
Superando i 4 kg di peso e il metro di apertura alare, il gallo cedrone è il più imponente dei tetraonidi.
Elevato il dimorfismo sessuale della specie: il maschio, più grande, è caratterizzato da una colorazione
scura con riflessi verde-lucido; la femmina, invece, presenta una livrea brunastra.
I giovani, di ambo i sessi, sono simili alla femmina adulta.

ALIMENTAZIONE
La dieta è molto variabile a seconda della stagione e, quindi, dell’offerta trofica;
può essere compiuta a terra come in pianta.
Generalmente durante il periodo estivo si nutrono di bacche, frutti e insetti.
Durante l’inverno, invece, si accontentano di gemme e aghi di conifere che, nonostante siano
alimenti nutrizionalmente poveri, vengono efficacemente digeriti grazie al lungo intestino.

RIPRODUZIONE
Sull’arco alpino il massimo dell’attiva riproduttiva viene rilevato verso la fine di Aprile e si protrae
durante la prima decade di Maggio. E’ in questo periodo che il maschio mette in atto la propria
strategia riproduttiva che consiste in una maestosa danza accompagnata da un vigoroso canto.
La specie è poligama e il maschio può coprire più femmine le quali, una volta fecondate,
depongono le uova in una depressione del terreno.
La schiusa avviene dopo circa 25 giorni di incubazione e i pulli iniziano fin da subito a seguire fedelmente
la madre. Il legame familiare termina in autunno, quando i maschi cercano la propria autonomia.


 

STATUS DELLA POPOLAZIONE
La specie nell’area di interesse non è mai stata né censita né monitorata.
Tuttavia le segnalazioni da parte di persone appassionate ed interessate al tetraonide sono in costante
aumento. E’ probabile che la diversa gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale e la conseguente
successione vegetazionale abbiano favorito la specie.

HABITAT
E’ un frequentatore dell’orizzonte montano che ama le foreste miste poco disturbate e boschi disetanei intervallati da radure.
Sulle Piccole Dolomiti, quindi, possiamo idealmente identificare l’habitat ideale come quella fascia tra i 1000 e i 1400 m s.l.m. che comprende le montagnole basse, Campogrosso, Ossario del Pasubio e Passo Xomo; con una frazione di territorio in Provincia di Trento.

MINACCE
E’ un animale schivo che tollera difficilmente le attività antropiche, specie se legate alle cattiva gestione forestale.
Non è da escludere che pure le modificazioni climatiche, con precipitazioni fuori stagione, abbiano contribuito
alla contrazione numerica e di areale.


Il respiro della montagna – Ugo Scortegagna

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