LA PERNICE BIANCA
Lagopus muta – Montin 1781

Etimolgia del nome:
Lagopus, dal greco: composto da lagos (lepre) e pus (piede) a causa delle sue zampe ricoperte di piume filiformi fino alle unghie, che ricordano quelle della lepre.
Mutus, dal latino: muto, perchè si riteneva che fosse muta.


LA SPECIE
Tetraonide di dimensioni medie (375 – 560 grammi) caratterizzato dal ridotto dimorfismo
sessuale, ma dall’evidente dimorfismo stagionale. Cambia piumaggio per mimetizzarsi
al meglio in ogni occasione: è bianca in inverno e bruna in estate, variamente colorata durante
le due mute in autunno e primavera.
I giovani, nidifughi e dal rapido sviluppo, sono grigio-bruni durante l’estate; interamente bianchi
già dal primo inverno.

ALIMENTAZIONE
Dieta variabile a seconda della stagione e dell’offerta alimentare.
In primavera-estate: freschi getti e foglie di graminacee, sassifraghe, anemoni e trifogli;
alcune specie di invertebrati.
In autunno-inverno: bacche di mirtillo, erica e ginepro; gemme e parti legnose di arbusti,
spighe di carici e graminacee.

RIPRODUZIONE
Il corteggiamento inizia molto presto, a fine inverno, quando le pernici sono ancora in gruppo.
Successivamente il maschio occupa dei territori – che difende da eventuali competitori – dove termina
il corteggiamento e dove, verso la fine di maggio, si ha l’accoppiamento.
Il nido viene fatto a terra, al riparo dalle intemperie; l’incubazione dura 21-24 giorni.
La specie è monogama.


STATUS DELLA POPOLAZIONE
Presente in maniera stabile e relativamente abbondante fino alla fine degli anni ’80,
ha subito una notevole rarefazione che la sta portanto all’estinzione locale.

HABITAT
L’habitat tipico della pernice bianca, in Italia, è rappresentato dalla fascia oltre il
limite della vegetazione arborea, tendenzialmente dai 2000 m s.l.m.
Sulle Piccole Dolomiti la possiamo rinvenire nella zona del Carega – Rifugio M. Fraccaroli – e
sull’altopiano del Pasubio, zona Denti – Groviglio – 7 croci.

MINACCE
Specie non cacciata, che risente della massiccia presenza antropica in tutte le stagioni dell’anno
e delle variazioni climatiche, legate soprattutto alle caratteristiche quali/quantitative di precipitazioni
nevose che le proibiscono di scavare rifugi in un soffice manto nevoso.
Utile tenere i cani al guinzaglio e non camminare fuori dai sentieri, specie in estate.


Il respiro della montagna – Ugo Scortegagna