TEMPO PREVISTO: 3-4 giorni

DISLIVELLO: D+ 2500m circa

MATERIALE: ciaspole, ramponi, 1 picozza


GIORNO 1:
In auto da Valdagno (VI) abbiamo raggiunto la località di Recoaro Mille (1000m), punto di partenza della nostra traversata. Splende il sole anche se cè un po’ di foschia. A sinistra della pista da scii che scende dal Montefalcone parte il sentiero 133. Fortunatamente per noi è già battuto e quindi senza grosse difficoltà per tornantini saliamo in circa 2 ore fino ai 1600m del Montefalcone, dove decidiamo di mettere le ciaspole per imboccare il sentiero alto delle Montagnole 202. Questo sentiero in continuo sali-scendi si tiene sempre 100/200m sotto le cime che separano il confine Verona/Vicenza, giungendo fino al Passo della Lora. Noi comunque dopo una tappa alla bella e panoramica Malga Campodavanti (1562m) abbiamo continuato fin sotto al Monte Mesole quando poi siamo saliti fino alla sua cima di 1672m tra nebbia e forte vento. Raggiunta la prima vetta della nostra avventura, visto il ripido pendio nord ovest del Mesole ci siamo ramponati e con cautela siamo scesi al Passo del Mesole. Vista la frana che ha portato via il sentiero poco più avanti, siamo stati obbligati a scendere fino al Rifugio Bertagnoli (1250m) e risalire poi il ripido sentiero che porta al Passo della Scagina (1548m) che separa il Monte Laghetto dal Gramolon. L’ultimo crepuscolo dopo il tramonto ci ha accompagnati finalmente a Malga Fraselle di Sopra (1630m) dopo avevamo deciso di passare la prima notte. Questa Malga d’inverno è sempre aperta, usata come bivacco, ha qualche vecchio matersasso malconcio in un soppalco e un ampio caminetto. Fortunatamente in una bassa “stanzetta” di fianco la malga abbiamo trovato qualche mugo tagliato che ci ha permesso di scaldarci e asciugarci un po’.

GIORNO 2:
Partenza da Malga Fraselle e subito inizia a fioccare. Cala la nebbia quando siamo in direzione Passo dello Zevola. La nebbia è talmente fitta che non riusciamo a capire quanto traversare e dove salire! Allora decidiamo di puntare il pendio e salire dritti sulla cima del Zevola. Un bel pendio ghiacciato di 40°. Dopo un po’ giungiamo sulla croce a 1961m. Scendiamo, sempre con la nebbia che ci accompagna, riusciamo a trovare il Passo del Zevola solo dopo un po’ che ci giriamo intorno. Da qui inizia il lungo traverso fino al Passo della Lora. Tratti impegnativi dove il ghiaccio si alterna alla neve farinosa in questi lunghi pendii che portano a valle. Non si può assolutamente sbagliare, un passo falso sarebbe fatale per far centinaia di metri verso il basso! Dopo più di un’ora in traverso arriviamo al Passo della Lora (1716m). Dopo qualche km di cammino in territorio Veronese, torniamo sul versante Vicentino e puntiamo al Forcellino del Plische (1900m). Sempre tra una nebbia e una nevicata insistente in leggera discesa raggiungiamo la chiesetta del Rifugio Scalorbi (TN) a 1767m dove ci fermiamo al piccolo bivacco invernale ( 2 posti) per mangiare qualcosa prima di partire per l’ultima salita della giornata. Non è stato per niente banale, ma con l’aiuto di bussola e cartina alle 17.30 siamo riusciti ad arrivare alla Bocchetta Fondi (2040m), giusto in tempo prima dell’arrivo del buio. Una lunga discesa su neve molto farinosa quella sul Boale dei Fondi seguita da un lungo e sfiancante traverso sotto il Prà degli Angeli, il Giaron della Scala e le Guglie del Fumante. Arrivati finalmente nel bosco di faggi abbiamo preferito scendere dritti per trovare la strada che da Campogrosso scende verso Obra. Anche qui ovviamente tanta neve farinosa, una lunga risalita fino al tanto desiderato Rifugio Schio (ore 20.15 ) vicino al noto Rifugio Campogrosso, dove al CAI di Vicenza avevamo preso la chiave.

GIORNO 3:
Nella notte son caduti più di 30cm. Sotto una fitta nevicata partiamo dal Rifugio Schio e per la strada delle Sette Fontane percorriamo quei 6km in leggera discesa fino al Pian delle Fugazze (1163m). In tarda mattinata mentre saliamo il sentiero per la Malga Fieno, che taglia la lunga Strada degli Eroi, finalmente smette di nevicare. Una lunga salita quella dell’ultimo giorno che porta alla Galleria d’Havet sul Monte Pasubio di 630m. Ancora un po’ di nebbie basse sul versante che guarda la Vallarsa, ma quando attraversiamo la galleria tutte le fatiche sono ripagate da un bellissimo sole che illumina la sommità del Pasubio e un Rifugio Papa avvolto in manto nevoso di circa 2 metri. Decidiamo di chiudere qui, in anticipo la nostra traversata. Avevamo puntato di andare fino a Cima Palon, ma i 3 giorni più impegnativi del previsto e le prime scariche di neve sopra la Val Canale ci consigliano vivamente di tornare indietro.

Resterà una bellissima avventura, un’esperienza da portare nel cuore.


 

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