(Gruppo del Carega)


DISLIVELLO TOTALE: 1000m

TEMPO IN FERRATA CON VARIANTE: 2.00/2.30 ore

DIFFICOLTA’ VAJO SCURO: MD (media difficoltà)

DIFFICOLTA’ VARIANTE D’ATTACCO: D (difficile)


ACCESSO:

In auto da Valdagno (VI) fino al paese di Recoaro Terme. Salire fino alla località Gazzà, Rifugio Cesare Battisti 1260m e parcheggiare nell’ampio parcheggio posto 200m prima del rifugio.

DESCRIZIONE:

Dal parcheggio prendere il sentiero 105. Continuare su questo per 1.00 ora fino a quando si trovano i primi due tratti attrezzati. Si continua ancora su facile sentiero erboso finchè il primo vero tratto più difficoltoso ci obbliga a mettere l’imbrago. Questo tratto è in discesa e ci aiuta a oltrepassare il Vajo Lovaraste. Si riprende il sentiero su pendio erboso e dopo qualche decina di metri, sulla sinistra, si incrocia la corda metallica (segnalazione cartello CAI) che indica l’inizio della nuova difficile variante d’attacco per la Ferrata del Vajo Scuro. Se si desidera evitarla si prosegue dritti per il sentiero fin sul Vajo e lo si risale tra grossi massi fino all’attacco originale della ferrata dentro ad un camino.

La variante difficile,  attrezzata recentemente dalla guida Alpina Gianni Bisson sale invece verticale su parete esposta. Ci vuole un buon impegno fisico per superare qualche breve tratto strapiombante. Nei passaggi più impegnativi son state aggiunte delle “maniglie” metalliche per facilitarne la progressione. Dopo circa 100m di dislivello, con difficoltà continue,  si giunge in un tratto più facile caratterizzato da mughi; si affronta così un passaggio orrizzontale (sempre in sicurezza) per raggiungere il Vajo Scuro, poco sotto l’attacco originale.
Si risale la corda metallica dentro lo stretto camino. Questo è il tratto più impegnativo della ferrata originale, che risale poi il Vajo Scuro fino in forcella tra salti di roccia e paretine laterali. Passata la forcella, un tratto di sentiero porta ad un altro breve tratto di ferrata in un canale tra guglie, con grosso masso incastrato dove bisogna passarci sotto. Sforcelliamo ancora, stavolta la corda metallica scende per circa 15 metri fin sul sentiero dove il panorama si fà grandioso, vista sull’Alpe di Campogrosso, le vallate di Agno e Leogra, il Sengio Alto, il Pasubio, con belle giornate si può ammirare l’Altopiano di Asiago e oltre. Dopo qualche devina di metri di sentiero pianeggiante si torna a salire fino ad una terza forcella che ci porta in discesa tra grossi massi di una vecchia frana. Siamo giunti sul Giaron della Scala (sentiero 195), si sale a sinistra per tornantini fino in cresta dove poi continuerà per divertenti sali-scendi e brevi tratti di facile semi-arrampicata di I° (ci si aiuta un pò con le mani) tra il versante Trentino (Vallarsa) e quello Vicentino (Valle dell’Agno). Si giunge sulla Cresta dell’Obante a 2010m dove si aprono i pascoli che scendono verso il Vallone di Campobrun. Scendere per sentiero 195 e 109 , in 30 minuti si arriva al Rifugio Scalorbi a 1767m. Continuare per sentiero 182 fino ad un bivio dove sulla sinistra si può scendere al Rifugio Battisti,  sia per L’Omo e la Dona e sia per il Forcellino del Plische, sentieri 111 o 113 (1.15h di discesa)

Calendario ferrate 2018: http://www.piccoledolomitisport.com/calendario-ferrate-2018/


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