IL GALLO FORCELLO
Tetrao tetrix
LA SPECIE
Grosso uccello appartenente alla famiglia dei tetraonidi caratterizzato da un marcato dimorfismo sessuale: il maschio adulto ha una colorazione diffusa nera con riflessi metallici tendenti al blu. La femmina è circa un terzo più piccola del maschio e ha una generica colorazione bruna. I giovani, di ambo i sessi, fino all’età di 2-3 mesi sono simili alla femmina adulta.
VOCI CONOSCIUTE
Per i maschi un verso sonoro e continuo, udibile a distanze considerevoli chiamato “rugolio” che, durante la stagione degli amori, viene alternato da un soffio. La voce d’allarme, molto più comune nelle femmine adulte con nidiata, consiste in un “cok cok” espresso sulla levata per 2-3 volte e più.
ALIMENTAZIONE
La dieta è condizionata dalle esigenze, come pure dalle preferenze soggettive di ciascun individuo; tuttavia è possibile delineare un’alimentazione “tipo” ricavata dalle fonti alimentari disponibili in base alla stagione.
Autunno – inverno: dieta povera basata sulle parti vegetative meno legnose di alcune specie di arbusti (mirtillo, rododendro, sorbo, lampone, ginepro, etc.) e, nel momento in cui la neve forma uno strato di ghiaccio, gli animali, non potendo scavare, si dedicano agli alberi più grandi (foglie e getti di faggio, pignoli di conifere, apici legnosi di varie sp.).
Primavera – estate: freschi getti e foglie di graminacee, gemme ed apici legnosi di alcune latifoglie, insetti (coleotteri, ditteri e aracnidi), bacche e frutti.
CICLO ANNUALE
In primavera i fagiani di monte si riuniscono in arene di canto dove danno spettacolo e attirano le femmine per la fecondazione. Generalmente il periodo va dall’ultima decade d’aprile all’ultima di maggio. Il nido viene improvvisato al suolo con pochi accorgimenti: una lieve depressione al riparo di arbusti, un tronco o ad una roccia sporgente. La specie è poligama e la femmina depone in media 6-11 uova. La schiusa avviene solitamente l’ultima settimana di giugno e i pulli, nidifughi, sono in grado di alimentarsi da soli guidati dalla femmina in pastura. Rimangono aggregati almeno fino ad ottobre. Mentre la femmina pensa allo svezzamento della prole per i maschi adulti inizia la muta. Dall’ottobre in poi le risorse scemano; il nutrirsi diviene arduo e sempre meno ricco di nutrienti essenziali. A causa anche di queste necessità i galli durante l’inverno spesso si radunano in gruppi, il più delle volte unisessuali.
FREQUENTAZIONE DEI BIOTOPI
Il fagiano di monte nel suo territorio di insediamento usa fondamentalmente tre zone: le aree di svernamento, le arene di canto ed i siti di nidificazione/allevamento della prole.
Le prime sono legate alla possibilità di trovare siti tranquilli con neve polverosa facile da scavare. Le arene di canto, invece, si trovano su larghe creste in corrispondenza di aperture estese nella copertura formata da arbusti e rinnovazione, in modo tale che sia valorizzato l’effetto dei segnali ottici e acustici. Infine, i siti riproduttivi, come criterio generale, sono costituti da un 40-60% di prato o pascolo, 20-30% arbusti bassi e 20-30% bosco di conifere o latifoglie.
STATUS DELLA POPOLAZIONE
La specie, nelle Alpi italiane, è in diminuzione e con fluttuazioni sul medio periodo ed è pertanto da considerarsi vulnerabile. In un’area di studio localizzata sulle Piccole Dolomiti si è passati dalle 30 covate censite nel 1975 alle 5 dell’ultima estate.
MINACCE
Le principali cause di tale decremento sono rappresentate da alterazioni ambientali, da un prelievo venatorio spesso non sufficientemente regolamentato e al disturbo antropico diffuso nelle varie stagioni.
Conservare le popolazioni di Fagiano di monte, oggi, significa quindi dover molto spesso intervenire sugli habitat ripristinando, dove possibile, le tradizionali attività antropiche che per decenni hanno disegnato l’ambiente. Non va infine trascurato che accanto all’abbandono delle attività tradizionali sono fiorite nuove attività, a forte impatto, che hanno un peso crescente.
Per cui, a nostro avviso, chi frequenta la montagna non dovrebbe mai dimenticare che il proprio divertimento è fonte di disturbo per la fauna selvatica; impariamo a rispettarla seguendo delle semplici linee guida.
Il respiro della montagna – Ugo Scortegagna
Fauna Alpina – Sandro Zanghellini, qui a prezzi convenienti:
0 Comments
Leave A Comment